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La notte (1961)
Michelangelo Antonioni

Stamane tu dormivi ancora quando mi sono svegliato.

A poco a poco, uscendo dal sonno, ho sentito il tuo respiro leggero, e attraverso i capelli che ti nascondevano il viso ho visto i tuoi occhi chiusi e ho sentito che la commozione mi saliva alla gola, e avevo voglia di gridare e svegliarti, perché la tua stanchezza era troppo profonda e mortale.

Nella penombra la pelle delle tue braccia e della tua gola era viva, e io la sentivo tiepida e asciutta, volevo passarvi sopra le labbra, ma il pensiero di poter turbare il tuo sonno, e di averti ancora sveglia tra le mie braccia, mi tratteneva.

Preferivo averti così, come una cosa che nessuno poteva togliermi perché ero il solo a possederla, una tua immagine per sempre. Oltre il tuo volto vedevo qualcosa di più puro e di più profondo in cui mi specchiavo: vedevo te, in una dimensione che comprendeva tutto il mio tempo da vivere, tutti gli anni futuri e anche quelli che ho vissuto prima di conoscerti, ma già preparato ad incontrarti.

Questo era il piccolo miracolo di un risveglio: sentire per la prima volta che tu mi appartenevi non solo in quel momento, e che la notte si prolungava per sempre, accanto a te nel caldo del tuo sangue, dei tuoi pensieri, della tua volontà che si confondeva con la mia.

Per un attimo ho capito quanto ti amavo Lidia, ed è stata una sensazione così intensa che ne ho avuto gli occhi pieni di lacrime. Era perché pensavo che questo non dovrebbe mai finire, che tutta la nostra vita dovrebbe essere per me come il risveglio di stamane: sentirti non mia, ma addirittura una parte di me, una cosa che respira con me e che niente potrà distruggere, se non la torpida indifferenza di un’abitudine, che vedo come l’unica minaccia.

E poi ti sei svegliata e sorridendo ancora nel sonno mi hai baciato e ho sentito che non dovevo temere niente, che noi saremo sempre come in quel momento, uniti da qualcosa che è più forte del tempo e dell’abitudine.

Cerchiamo di capire il testo.

Leggiamo velocemente il testo. Anche se non capisci tutte le parole puoi rispondere a queste domande?

1. Che cosa ti sembra questo testo?

A. Una pagina di romanzo
B. Una ricetta di cucina
C. Una lettera d’amore
D. L’aria di un’opera

 

2. Chi parla a chi?

A. una madre a sua figlia
B. un uomo a un uomo di cui è innamorato
C. un uomo a una donna
D. una donna a una donna

 

3. Che momento della giornata è?

A. è mattina
B. è sera
C. un uomo a una donna
D. una donna a una donna

La notte è un film del 1961 diretto da Michelangelo Antonioni, appartiene alla cosiddetta trilogia “dell’incomunicabilità” insieme a L’Avventura e L’eclisse.

Il film racconta la giornata di una coppia in crisi: Giovanni (interpretato da Marcello Mastroianni) è uno scrittore famoso, è sposato con Lidia (interpretata dall’attrice francese Jeanne Moreau, che in questo film ha una voce doppiata).

Nella scena che vedremo i due protagonisti hanno partecipato alla festa di un ricco industriale, in una grande villa fuori città. La festa dura per tutta la notte e all’alba Giovanni e Lidia escono nel giardino e camminano insieme, mentre c’è un gruppo che suona del jazz.

Ora guardiamo il dialogo tra i due protagonisti, Lidia e Giovanni.
Parlano di un loro amico, che è morto in clinica durante la notte, Tommaso, e poi Lidia legge una lettera a Giovanni.

 

Ora leggiamo insieme con attenzione la lettera che Lidia ha letto a Giovanni.

Nel secondo paragrafo sottolinea le parole che indicano parti del corpo e scrivile qui sotto con l’articolo. Scrivi la forma al singolare e al plurale.

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Scrivi altre due parole per viso (una la trovi nel terzo paragrafo, un’altra la dovresti conoscere):

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Nel quarto, quinto e sesto paragrafo trova le espressioni che si riferiscono a passato, presente e futuro:

PASSATO ________________________________________________________________________________

PRESENTE _______________________________________________________________________________

FUTURO _________________________________________________________________________________

 

Ora sottolinea le forme dei verbi al passato e scrivile qui in due colonne:

 

 

IMPERFETTO

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PASSATO PROSSIMO

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Discutiamo insieme in classe perché lo scrittore di questa lettera ha usato imperfetto o passato prossimo.

Ci sono altri verbi coniugati?

Scrivili qui sotto:

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Guardiamo che cosa dice Lidia. Riascoltiamo anche la lettera

Secondo te, dopo questo dialogo Lidia e suo marito sono rimasti insieme?

Che cosa è successo dopo che sono tornati a casa dalla festa?

Discutine con un compagno. Scrivi una conclusione in 60 parole.

Il regista del film si chiama Michelangelo Antonioni. Conosci i nomi di altri registi italiani?

Antonioni ha scritto “Do sempre molta importanza ai personaggi femminili, poiché credo di conoscere meglio le donne che gli uomini. Penso che attraverso la psicologia delle donne si possa meglio filtrare la realtà. Esse sono più istintive, più sincere” (dicembre 1959)

[“Esse” vuol dire “loro” al femminile]

Puoi vedere questo nella parte del film che abbiamo visto?

Leggi velocemente questa biografia e trova le informazioni per rispondere alle domande qui sotto.

La biografia di Michelangelo Antonioni

‘Penso che gli uomini di cinema debbano sempre essere legati, come ispirazione, al loro tempo. Non tanto per esprimerlo nei suoi eventi più crudi e più tragici, quanto per raccoglierne le risonanze dentro di sé.’

Dal suo primo lungometraggio, Cronaca di un amore (1950) fino al più recente Eros (2004), Michelangelo Antonioni si è rigorosamente ispirato alla realtà del suo tempo per scandagliare conflitti e sospensioni, psicologie e sentimenti dei protagonisti del suo cinema.

Nato a Ferrara il 29 settembre 1912, dopo aver frequentato il ginnasio e l’Istituto Tecnico, si laurea in Economia e Commercio, a Bologna. Durante il periodo universitario si interessa di teatro e con un gruppo di amici mette in scena Cechov, Ibsen e Pirandello. Contemporaneamente collabora come critico cinematografico al Corriere padano, il quotidiano di Ferrara.

Nel 1940 decide di trasferirsi a Roma per avvicinarsi al mondo del cinema. Aveva già usato una macchina da presa quando ha cercato di realizzare un documentario all’interno di un manicomio della sua città. La reazione sconvolgente e imprevista dei malati gli ha impedito le riprese, ma lui serberà a lungo il ricordo di quei momenti.

A Roma entra nella redazione della rivista Cinema, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e nel 1942 collabora alla stesura di Un pilota ritorna (Roberto Rossellini, 1942). La Scalera Film lo manda in Francia per fare l’aiuto regista di Marcel Carné (per L’amore e il diavolo, 1942), e si trova davanti un uomo che lo accoglie con una malcelata diffidenza.

Tornato in Italia inizia a girare il suo primo documentario, Gente del Po, ultimato dopo la fine della guerra(1947). Continua la sua attività di sceneggiatore (Caccia tragica, Giuseppe De Santis, 1946) e insieme a Luchino Visconti lavora a due progetti che non riescono ad essere realizzati. Ha 38 anni quando porta a termine il suo primo film (Cronaca di un amore, 1950), ritratto dell’alta borghesia milanese che viene accolto con favore dalla critica e dal pubblico. Successivamente, quando presenta ai produttori i suoi progetti, è già considerato un regista difficile, di incerto esito presso il pubblico. Gira La signora senza camelie nel 1953.
Negli anni ’50 deve superare ogni genere di difficoltà e ripetuti problemi con la censura. In questo clima dirige I vinti (1952), Le amiche (1955), Il grido (1957) e L’avventura (1960), con cui vince il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes. Il film, il primo che gira con Monica Vitti, alla quale rimarrà sentimentalmente legato per molti anni, è accolto in Francia con grande entusiasmo e gli consente di realizzare La notte (1961) e L’eclisse (1962), con cui si impone definitivamente a livello internazionale.
Definito il regista dell’alienazione e dell’incomunicabilità, nel 1964 abbandona il bianco e nero e passa al colore per raccontare le inquietudini di Giuliana, moglie insoddisfatta e adultera infelice (Deserto rosso, 1964).

A metà degli anni ’60 valica i confini nazionali per inseguire, ancora una volta, la realtà del suo tempo. Si sposta in Inghilterra, nella swinging Londondei capelloni e delle prime minigonne, con l’intento di fotografare una storia dai contorni indefiniti (Blow-up, 1966) e poi si trasferisce negli Stati Uniti dietro le tracce della contestazione giovanile americana (Zabriskie Point, 1970), dove immortala ‘l’esplosione’ della società consumistica alla luce di 17 macchine da presa. La sequenza finale di Professione: reporter (1974), invece, la riprende tenendo ferma una specialissima macchina da presa per ben sette minuti, dopo che in Cina lo hanno appena messo al bando per Chung Kuo, Cina (1972), un documentario di quattro ore sulla Cina popolare.

E’ lui a realizzare il primo esperimento di cinema elettronico in Italia (Il mistero di Oberwald, 1979), eppure dopo Identificazione di una donna(1982), nonostante sia considerato uno dei registi più illustri e autorevoli del cinema mondiale, i suoi progetti incontrano ancora mille difficoltà. Nel frattempo nutre altri interessi. Scrive una raccolta di racconti Quel bowling sul Tevere, pubblicata nel 1983 da Einaudi. Continua a coltivare la passione per la pittura e le sue Montagne incantante, ottanta piccoli quadri, vengono esposte in una mostra al Museo Correr di Venezia.

In seguito gira uno spot per la Renault e realizza un videoclip per una canzone di Gianna Nannini, Fotoromanza. Nel 1985, quando finalmente sta per dirigere un film tratto da un suo racconto, è colpito da un ictus che lo lascia parzialmente paralizzato e lo costringe ad una forzata inattività.

Con l’aiuto e l’amore della moglie Enrica Fico riesce a ricominciare a lavorare dopo 12 anni. Insieme a lei incontra Wim Wenders, la sua Ferrara e una schiera di grandissimi attori con cui crea Al di la delle nuvole (1995). Nel 2004 è ricomparso sul set per girare uno dei tre episodi che compongono il film Eros (con due nuovi maestri del cinema, Steven Soderbergh e Wong-Kar Way). Negli ultimi anni si dedica alla pittura, e espone in diverse mostre.

Muore a 95 anni a Roma. il 30 luglio 2007.

Modificato da un sito non più attivo http://www.kataweb.it/cinema/biografia.jsp?idContent=170512

1. In che regione d’Italia è nato Antonioni?
2. In che mese è nato Antonioni?
3. Quando si è interessato di teatro?
4. Perché è stato in un manicomio (= un ospedale psichiatrico)?
5. Quando si è trasferito a Roma?
6. Ha frequentato dei corsi a Roma?
7. Dove è andato nel 1942?
8. Come si chiama il suo primo documentario? Che cosa vuol dire?
9. Che cosa ha fatto a 38 anni?
10. Chi è Monica Vitti?
11. Che film ha fatto in Inghilterra?
12. E negli Stati Uniti?
13. Ha avuto altri interessi oltre al cinema?
14. Come si chiama sua moglie?
15. Ha fatto film dopo aver compiuto ottanta anni?